patativa autobiografia opera contesto critica traduzioni

Patativa ha trascorso l'intera esistenza in un contesto agricolo, per noi di tipo arcaico, in cui la terra viene lavorata manualmente, con attrezzi semplici e rudimentali.

Il raccolto (riso, fagioli, patate) serve al fabbisogno familiare, alla sussistenza, e le eventuali eccedenze vengono scambiate al mercato settimanale - la fiera - in città.

Patativa è figlio del sertão nordestino, luogo meraviglioso e terribile, scenario di miseria diffusa e diseguaglianze orribili.

La vita nel sertão è il tema principe della sua opera.

La terra da coltivare sono appezzamenti familiari minuscoli, oppure le sterminate proprietà del signorotto locale - il fazendeiro, il coronel - concesse in mezzadria.

Il sole arde, selvaggio, impietoso. La pioggia arriva solo qualche giorno, in un anno. Negli anni di seca non piove mai. La mancanza d'acqua, la siccità, porta con se la carestia, e le migrazioni di massa.

La natura, nel Nordest del Brasile, è bellissima e terribile. Così come la vita.

La campagna è per molti versi l'opposto della città - e nei poemi di Patativa, il contadino è l'opposto del "dottore", il cittadino istruito. In città ci sono scuole, istituzioni, giornali. La campagna è il regno della parola orale.

A livello artistico, nel sertão primeggiano violeiros e cantadores, ovvero i cantastorie erranti, che divertono, inventano e informano...

Nelle notti stellate, attorno al fuoco, nei cortili delle fazendas, si assiste a duelli, sfide a due, nell'arte canora e dell'improvvisazione di versi.

Patativa canta, da giovane, come i colleghi. Lo apprezzano. Viaggia come cantador fino in Amazzonia.

Eppure poi lascia in un canto la viola e lascia che la parola, in verso, prenda il centro della scena. E così, dalla metà alla fine del XX secolo, compone a mente, e recita per platee estasiate, migliaia di versi.

Da altri trascritti, a imperitura memoria.